Paolo
Penso alla pace e la vedo come fosse uno stagno:
la sua acqua è placida e tranquilla come se dormisse,
ma basta un lieve refolo di vento per incresparne la superficie,
o un sassolino tirato dentro a trasformare la sua quiete in tante piccole
onde.
Qualche volta ridacchia con la pelle d’oca
al solletico della pioggerella autunnale
per poi trattenere il respiro un po’ spaventato al tuffo sgraziato
di un ranocchio irrequieto.
Ma poi lo stagno, dopo aver osservato il mutamento ed averlo visto passare,
riprende a far scorrere la sua vita come prima, contento di essere lì.
E sarà specchio per il viandante sfinito che, scrutando nella sua acqua di
nuovo
quieta, cercherà la propria immagine riflessa.
Ed al chiar di luna, la scoprirà più luminosa e nitida che mai.
Daniele
La pace assomiglia ad un mare
In cui affluiscono i fiumi
della tolleranza, dell’amore, della fratellanza.
Ma affinché questo mare possa
essere realmente limpido, trasparente,
facciamo in modo che i fiumi che
si tuffano in lui siano fatti di
sentimenti sinceri, sentiti, non
di uno sterile buonismo.
Così, potranno essi confluirvi in
apertura, donandosi ed arricchendosi
nello stesso istante.
Roberta